
- Disagio (cosa c'è che non va)
- Scenario (dove è apparso il problema)
- Situazione interna( cosa succede da noi?)
- Storia (come è andata la cosa)
- Trend (abbiamo la tendenza a....)
- Aree di criticità (quali erano le "cattive notizie"?)
- Raccolta dati (numeri, informazioni certe etc.)
A queste domande bisogna aggiungere infine un pizzico di creatività sia essa invenzione di qualcosa che non esisteva, o combinazione inedita di cose esistenti.
Il Prof. Domenico De Masi dice che le persone si dividono in burocrati e creativi. I burocrati applicano il regolamento in modo rifido e se si presenta un problema fanno un'altra regola che alla fine non risolve il problema. I creativi invece ignorano il regolamento e affrontano allegramente il problema e, di solito, lo risolvono. Per definire bene i problemi è necessario uscire dalla routine quotidiana, dalle abitudini consolidate, dal timore del nuovo e del diverso. Si deve provare a cambiare il proprio punto di vista, mettendosi nei panni di un'altra persona, un ruolo diverso, una struttura: come vedrei la cosa se fossi io il cliente, il notaio, il responsabile?
Prendi l'iniziativa: quando ti trovi di fronte ad una situazione difficile non sprecare ore interminabili a tormentarti. Se fai setting troverai sempre una risposta e ricorda che "...le emozioni non sempre sono soggette alla ragione, ma sono sempre soggette all'azione....".
Buone vendite a tutti Luca Gramaccioni
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