Dall’indagine conoscitiva condotta dalla Commissione ambiente della Camera emergono dati non certo confortanti sul mercato immobiliare. Tra gli elementi negativi si evidenzia “uno stock di ‘giacenze’ che ha ampliamente superato i 100mila alloggi e oggi si attesta intorno ai 120mila appartamenti invenduti in tre anni di mercato in flessione.
MERCATO IN CRISI: un gomitolo a più nodi Ad accentuare i fattori di preoccupazione la Commissione riporta, oltre il boom di case invendute, altri dati negativi tra cui “il permanere di una tendenza negativa nel settore delle costruzioni che, a differenza di altri settori industriali, non sembra avere toccato il punto minimo della caduta ciclica, e ha continuato a mostrare segnali che restano sfavorevoli”. L’indagine ha inoltre mostrato una crisi generalizzata che investe l’erogazione dei mutui immobiliari, la qualità del credito erogato e il mancato accesso all’abitazione che sfocia nell’aggravarsi del fenomeno ’sfratti’. Riguardo ai prestiti, l’indagine riscontra ...continua.....
“una fase negativa caratterizzata da una sensibile diminuzione sia dei finanziamenti delle banche alle imprese per gli investimenti sia delle erogazioni di mutui alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni”. Fase che necessita di “una chiara inversione di rotta”. In merito ai fabbisogni abitativi, la Commissione sottolinea che la difficoltà di dare risposta alla domanda abitativa in locazione viene accentuata dalla tipologia del nostro mercato immobiliare sbilaciato verso la proprietà. In Italia infatti le case di proprietà rappresentano il 72% delle abitazioni e la quota di case in affitto risulta pari al 18,8% del totale. Ammontare decisamente ridotto se confrontato con paesi come Germania (57,3%), Olanda (47,3%), Francia (40,7%). Altro elemento invalidante risulta “l’annosa questione dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione“, che “ha assunto in questa fase di crisi economica una ormai inaccettabile caratteristica di sistematicità, che sottrae liquidità alle imprese, che è causa di un complessivo deterioramento dei rapporti contrattuali, anche fra soggetti privati, che in alcuni casi mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle aziende”.
“una fase negativa caratterizzata da una sensibile diminuzione sia dei finanziamenti delle banche alle imprese per gli investimenti sia delle erogazioni di mutui alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni”. Fase che necessita di “una chiara inversione di rotta”. In merito ai fabbisogni abitativi, la Commissione sottolinea che la difficoltà di dare risposta alla domanda abitativa in locazione viene accentuata dalla tipologia del nostro mercato immobiliare sbilaciato verso la proprietà. In Italia infatti le case di proprietà rappresentano il 72% delle abitazioni e la quota di case in affitto risulta pari al 18,8% del totale. Ammontare decisamente ridotto se confrontato con paesi come Germania (57,3%), Olanda (47,3%), Francia (40,7%). Altro elemento invalidante risulta “l’annosa questione dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione“, che “ha assunto in questa fase di crisi economica una ormai inaccettabile caratteristica di sistematicità, che sottrae liquidità alle imprese, che è causa di un complessivo deterioramento dei rapporti contrattuali, anche fra soggetti privati, che in alcuni casi mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle aziende”.
OROSCOPO 2011 per il “mattone” “Non ci sono pronostici a due cifre, nè in meglio nè in peggio. La prudenza però rimane d’obbligo”. A sostenerlo il CorrierEconomia che ha interpellato alcuni esperti del settore per stilare il pronostico 2011. La prudenza è consigliata in vista dello scenario economico dei prossimi mesi che presenta alcune incognite: l’andamento dei tassi previsti in salita e la ripresa dell’inflazione, l’occupazione e il problema dei giovani precari, l’instabilità politica. Le previsioni per il mercato immobiliare si dividono tra lieve ripresa e stagnazione.
- Secondo Guido Lodigiani di Gabetti “il 2011 dovrebbe essere un anno per investitori”. La conferma si riscontra nei segnali registrati a fine 2010 con la crescita di transazioni verificatasi a Milano e Roma. I dati di Nomisma avevano infatti segnato per la Capitale un incremento delle compravendite pari a 18,6% e una riduzione dei prezzi di 0,4%. Per Milano le rilevazioni avevano evidenziato una diminuzione dei prezzi dello 0,8% e un aumento delle transazioni del 7,8%.
- Di opinione differente Luca Dondi di Nomisma che vede il 2011 come “anno di transizione” in cui si assisterà ad una trasfomazione della domanda: l’investimento perderà posizioni a favore della domanda primaria che verrà sostenuta da una maggior disponibilità creditizia. E secondo Dondi a beneficiarne saranno soprattutto le localizzazioni periferiche dei grandi centri.
- Fabiana Magliola di Tecnocasa si mostra più positiva: “i segnali di fiducia” registrati nel corso del 2010 “potrebbero confermarsi anche nel 2011″. Secondo le stime della società di franchising immobilaire, il numero delle compravendite potrebbero stabilizzarsi intorno a quota 630mila, in crescita quindi rispetto alle 609mila dello scorso anno, anche se ancora in pesante ribasso rispetto al 2006 (845mila). Per quanto riguarda i prezzi invece, le grandi città dovrebbero riscontrare prestazioni migliori rispetto a hinterland e provincia.
- Le previsioni di Alessandro Ghisolfi di Ubh delinano “un’inversione del ciclo” che poggia le basi sui “segnali pervenuti nella seconda parte del 2010″, fenomeno che però sarà frenato dai dati non incoraggianti che giungono dal fronte macroeconomico nazionale. Risulta quindi “più probabile una fase di stagnazione in cui i valori potrebbero restare per più tempo”.
- Mario Breglia di Scenari immobiliari descrive la prospettiva migliore. Il presidente Breglia abbraccia la teoria della ripresa “con prezzi che hanno arrestato la discesa e transazioni in aumento, soprattutto nelle grandi città”. A suo avviso le compravendite dovrebbero attestarsi tra 650 e 670mila e per le quotazioni medie si prevede una crescita soprattutto nella seconda parte dell’anno.
- Secondo Guido Lodigiani di Gabetti “il 2011 dovrebbe essere un anno per investitori”. La conferma si riscontra nei segnali registrati a fine 2010 con la crescita di transazioni verificatasi a Milano e Roma. I dati di Nomisma avevano infatti segnato per la Capitale un incremento delle compravendite pari a 18,6% e una riduzione dei prezzi di 0,4%. Per Milano le rilevazioni avevano evidenziato una diminuzione dei prezzi dello 0,8% e un aumento delle transazioni del 7,8%.
- Di opinione differente Luca Dondi di Nomisma che vede il 2011 come “anno di transizione” in cui si assisterà ad una trasfomazione della domanda: l’investimento perderà posizioni a favore della domanda primaria che verrà sostenuta da una maggior disponibilità creditizia. E secondo Dondi a beneficiarne saranno soprattutto le localizzazioni periferiche dei grandi centri.
- Fabiana Magliola di Tecnocasa si mostra più positiva: “i segnali di fiducia” registrati nel corso del 2010 “potrebbero confermarsi anche nel 2011″. Secondo le stime della società di franchising immobilaire, il numero delle compravendite potrebbero stabilizzarsi intorno a quota 630mila, in crescita quindi rispetto alle 609mila dello scorso anno, anche se ancora in pesante ribasso rispetto al 2006 (845mila). Per quanto riguarda i prezzi invece, le grandi città dovrebbero riscontrare prestazioni migliori rispetto a hinterland e provincia.
- Le previsioni di Alessandro Ghisolfi di Ubh delinano “un’inversione del ciclo” che poggia le basi sui “segnali pervenuti nella seconda parte del 2010″, fenomeno che però sarà frenato dai dati non incoraggianti che giungono dal fronte macroeconomico nazionale. Risulta quindi “più probabile una fase di stagnazione in cui i valori potrebbero restare per più tempo”.
- Mario Breglia di Scenari immobiliari descrive la prospettiva migliore. Il presidente Breglia abbraccia la teoria della ripresa “con prezzi che hanno arrestato la discesa e transazioni in aumento, soprattutto nelle grandi città”. A suo avviso le compravendite dovrebbero attestarsi tra 650 e 670mila e per le quotazioni medie si prevede una crescita soprattutto nella seconda parte dell’anno.
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