E' in aumento il numero dei mutui stipulati in Italia nel primo trimestre del 2010.
Si tratta di un incremento del 13,7 % rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Si tratta di dati diffusi dall'Istat che però, secondo il Codacons, non sono affatto un segno di ripresa. L'associazione dei consumatori è convinta piuttosto che si tratta di un ulteriore segnale della crisi. "L'aumento dei mutui - si legge in un comunicato - si registra principalmente per via dei bassi tassi di interesse legati alla recessione.
I tassi di riferimento per i mutui, come ad esempio l'euribor, dopo aver superato il tetto storico del 5% nel settembre 2008, con lo scoppio della crisi sono progressivamente scesi e nei primi 3 mesi del 2010, a cui si riferiscono i dati Istat, fluttuavano al loro minimo, tra lo 0,3% e l'1,2% (oggi stanno risalendo, anche se di poco, tra lo 0,5% e l'1,4%)".
In questa situazione, secondo il Codacons, chi doveva stipulare un mutuo ha preferito farlo in un periodo in cui i tassi erano più favorevoli.
Ma non basta: "A dimostrazione che la crisi non è finita - continua il codacons - "c'è il dato delle compravendite di immobili ad uso economico che continuano a registrare un andamento negativo (-5,1%). Chi deve sposarsi, insomma, difficilmente può rinviare a lungo il matrimonio e l'acquisto della casa, mentre chi deve aprire un nuovo negozio ci pensa due volte prima di farlo in questo periodo di recessione".
L'associazione in sostanza invita alla prudenza e sconsiglia di stipulate mutui a tasso variabile. Anche se questi al momento appaiono vantaggiosi si corre il rischio di dover sostenere aumenti delle rate che possono anche superare il 30%.
"Meglio decidere tra fisso e variabile - conclude Codacons - "in relazione alla propria condizione reddituale piuttosto che tentare analisi di economia monetaria internazionale sull'andamento futuro dei tassi".
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Roberto Cataldi
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